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Screen Service: no Ministero status operatore nazionale


Screen Service: no Ministero status operatore nazionale

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Jun 27, 2011
Published on Radiocor

<p><em>La societa' intende impugnare il provvedimento</em><br /><br />Milano, 27 giu - Tivuitalia, controllata dalla <big>Screen Service Broadcasting Technologies,</big> ha ricevuto alcuni provvedimenti dal Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per le Comunicazioni. I provvedimenti ricevuti, si legge in una nota, legittimano tutte le acquisizioni realizzate e che hanno portato alla costituzione del Mux, autorizzano a veicolare contenuti televisivi in tecnica digitale nell'ambito delle reti acquisite con copertura in 18 diverse regioni e di circa il 70% della popolazione italiana, negano alla stessa il riconoscimento dello status di autorizzato generale alla attivita' di operatore di rete televisivo in ambito nazionale. Viene quindi negato il riconoscimento dello status di operatore di rete nazionale, richiesto da <big>Tivuitalia</big> oltre 16 mesi fa, nel febbraio 2010, e successivamente ribadito con la formale comunicazione del superamento della copertura del 50% della popolazione formulata in data 21/05/2010. In base al principio del silenzio-assenso, decorsi sessanta giorni dalla data della richiesta, lo status di operatore di rete nazionale viene conseguito ipso jure, sempreche' il Ministero non notifichi nello stesso termine un provvedimento motivato contenente il divieto di prosecuzione della attivita', provvedimento che nei confronti di <big>Tivuitalia</big> non e' mai stato emesso. La consapevole correttezza dell'iter attivato e seguito da Tivuitalia, la tardivita', l'illegittimita', l'ambiguita' e la contraddittorieta' del provvedimento del Ministero, che nega lo status di operatore di rete in ambito nazionale pur consentendo a Tivuitalia di operare in un regime di fatto nazionale e che attribuisce ad una norma regolamentare dell'AGCOM (la delibera 181/09/CONS) l'effetto di una &quot;abrogazione implicita&quot; di una norma legislativa primaria dello Stato (in particolare l'articolo 23 comma 7 della legge 03/05/2004 112, nota come &quot;legge Gasparri&quot;), espressamente richiamata dall'articolo 15 comma 4 del D. Lgs. 31/07/2005 177 - &quot;Testo Unico della Radiotelevisione&quot; - e tuttora pienamente valida ed efficace, impongono a <big>Tivuitalia</big> di far valere i propri diritti ed i propri interessi legittimi nelle sedi piu' opportune. &quot;Oltre a risultare tardivo, le motivazioni a sostegno del Provvedimento appaiono illegittime e ambigue&quot; si legge. Dal documento si dedurrebbe infatti che la legge 112/2004 nota come &quot;Legge Gasparri&quot; e in particolare il suo articolo 23 comma 7, risulterebbe &quot;implicitamente abrogata&quot; da una norma regolamentare dell'AGCOM (la delibera 181/09/CONS), mentre il citato articolo della Gasparri risulta tuttora pienamente valido ed efficace, anche in quanto espressamente richiamato dall'articolo 15 comma 4 del &quot;Testo Unico della Radiotelevisione&quot; D. Lgs.177/2005. L'ambiguita' e contraddittorieta' deriva invece dal negare lo status di operatore nazionale ma contestualmente riconoscere e autorizzare <big>Tivuitalia</big> a veicolare contenuti televisivi con copertura in 18 regioni e circa il 70% della popolazione italiana, ben oltre i parametri massimi che caratterizzano gli operatori locali (max 10 regioni e 49% della popolazione). Tali motivazioni impongono quindi a <big>Tivuitalia</big> di ricorrere per far valere i propri diritti ed i propri interessi legittimi nelle sedi piu' opportune. &quot;Impugneremo tali Provvedimenti ministeriali a difesa degli interessi legittimi non solo di Tivuitalia ma di tutti gli azionisti di <big>Screen Service</big> - ha dichiarato <big>Antonio Mazzara</big>, amministratore delegato di Tivuitalia - attivando tutte le iniziative necessarie sia in ambito nazionale - ricorrendo in via giurisdizionale agli organi di Giustizia Amministrativa e rivolgendoci all'Antitrust - sia in sede europea, intervenendo nel procedimento di infrazione tuttora pendente nei confronti dello Stato italiano per violazione dei principi sulla libera concorrenza e per la situazione di pratico monopolio dell'attivita' televisiva nazionale. Stiamo altresi' valutando se nei comportamenti omissivi e commissivi posti in essere dal Ministero sono configurabili fatti di rilevanza penale&quot;.<br />&nbsp;</p>

Company

Screen Service was founded in Brescia in 1988 with the coming together of technical staff, systems experts and sales staff with many years of experience in the telecommunications sector and is now one of Italy's leading producers of television broadcasting equipment.

Info

Screen Service Broadcasting Technologies S.p.A. In Liquidazione.
Via GB Cacciamali, 71
25125 BRESCIA, Italy 
TELEFONO: +39. 030.57831
FAX: +39. 030.5783888

 

 

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