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Screenservice contesta i provvedimenti del Ministero dello Sviluppo Economico
Screenservice contesta i provvedimenti del Ministero dello Sviluppo Economico
Tivuitalia, società integralmente controllata dalla Screen Service Broadcasting Technologies - quotata al mercato MTA di Borsa Italiana e primario operatore nel settore della produzione di apparati per la trasmissione del segnale televisivo - comunica di avere ricevuto, in data 24/06/2011, alcuni provvedimenti da parte del Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per le Comunicazioni. I provvedimenti ricevuti:
1. legittimano tutte le acquisizioni realizzate da Tivuitalia e che hanno portato alla costituzione del Mux;
2. autorizzano Tivuitalia a veicolare contenuti televisivi in tecnica digitale nell'ambito delle reti televisive acquisite con copertura in 18 diverse regioni e di circa il 70% della popolazione italiana;
3. negano alla stessa il riconoscimento dello status di autorizzato generale alla attività di operatore di rete televisivo in ambito nazionale.
Con tali provvedimenti, il Ministero dello Sviluppo Economico consente dunque a Tivuitalia sia di esercire in tecnica digitale le singole reti acquisite fino ad oggi sia di veicolare contenuti televisivi in tecnica digitale nell'ambito delle reti televisive autorizzate.
Viene tuttavia negato il riconoscimento dello status di operatore di rete nazionale, richiesto da Tivuitalia oltre 16 mesi fa, nel febbraio 2010, e successivamente ribadito con la formale comunicazione del superamento della copertura del 50% della popolazione formulata in data 21/05/2010. In base al principio del silenzio-assenso, precisa Screenservice, decorsi sessanta giorni dalla data della richiesta, lo status di operatore di rete nazionale viene conseguito ipso jure, sempreché il Ministero non notifichi nello stesso termine un provvedimento motivato contenente il divieto di prosecuzione della attività, provvedimento che nei confronti di Tivuitalia non è mai stato emesso. La consapevole correttezza dell'iter attivato e seguito da Tivuitalia, la tardività, l'illegittimità, l'ambiguità e la contraddittorietà del provvedimento del Ministero, che nega lo status di operatore di rete in ambito nazionale pur consentendo a Tivuitalia di operare in un regime di fatto nazionale e che attribuisce ad una norma regolamentare dell'AGCOM (la delibera 181/09/CONS) l'effetto di una "abrogazione implicita" di una norma legislativa primaria dello Stato (in particolare l'articolo 23 comma 7 della legge 03/05/2004 n. 112, nota come "legge Gasparri"), espressamente richiamata dall'articolo 15 comma 4 del D. Lgs. 31/07/2005 n. 177 - "Testo Unico della Radiotelevisione" - e tuttora pienamente valida ed efficace, impongono a Tivuitalia di far valere i propri diritti ed i propri interessi legittimi nelle sedi più opportune. Oltre a risultare tardivo, aggiunge Screenservice, le motivazioni a sostegno del Provvedimento appaiono illegittime e ambigue. Dal documento si dedurrebbe infatti che la legge n.112/2004 nota come "Legge Gasparri " (una norma legislativa primaria dello Stato) e in particolare il suo articolo 23 comma 7, risulterebbe "implicitamente abrogata" da una norma regolamentare dell'AGCOM (la delibera 181/09/CONS), mentre il citato articolo della Gasparri risulta tuttora pienamente valido ed efficace, anche in quanto espressamente richiamato dall'articolo 15 comma 4 del "Testo Unico della Radiotelevisione" D. Lgs. n.177/2005. L'ambiguità e contraddittorietà, aggiunge la società Screenservice nella propria nota, deriva invece dal negare lo status di operatore nazionale ma contestualmente riconoscere e autorizzare Tivuitalia a veicolare contenuti televisivi con copertura in 18 regioni e circa il 70% della popolazione italiana, ben oltre i parametri massimi che caratterizzano gli operatori locali (max 10 regioni e 49% della popolazione).
Tali motivazioni impongono quindi a Tivuitalia di ricorrere per far valere i propri diritti ed i propri interessi legittimi nelle sedi più opportune. "Impugneremo tali Provvedimenti ministeriali a difesa degli interessi legittimi non solo di Tivuitalia ma di tutti gli azionisti di Screen Service - ha dichiarato Antonio Mazzara, amministratore delegato di Tivuitalia - attivando tutte le iniziative necessarie sia in ambito nazionale - ricorrendo in via giurisdizionale agli organi di Giustizia Amministrativa e rivolgendoci all'Antitrust - sia in sede europea, intervenendo nel procedimento di infrazione tuttora pendente nei confronti dello Stato italiano per violazione dei principi sulla libera concorrenza e per la situazione di pratico monopolio dell'attività televisiva nazionale. Stiamo altresì valutando se nei comportamenti omissivi e commissivi posti in essere dal Ministero sono configurabili fatti di rilevanza penale". "Ci siamo mossi con estremo rigore fino ad oggi e continueremo a farlo - ha continuato Mazzara - nell'interesse prima di tutto dei nostri azionisti per ottenere il riconoscimento formale di un diritto acquisito che abbiamo conseguito attraverso rilevanti investimenti e seguendo un iter procedurale espressamente previsto dal legislatore a tutela del pluralismo, riconoscimento che oggi ci viene inspiegabilmente ed illegittimamente negato". "L'Unione Europea si è già espressa contro il Ministero e lo Stato italiano nel caso di Europa 7 - ha concluso Antonio Mazzara - e il caso di Tivuitalia è ancora più eclatante avendo la società già acquistato, a titolo oneroso, frequenze sulla maggior parte del territorio italiano e posto in essere un'attività commerciale volta alla liberalizzazione ed alla concorrenza del mercato".