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Termini Imerese, il futuro si chiama auto elettrica


Termini Imerese, il futuro si chiama auto elettrica

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May 24, 2010
Published on Affari e Finanza

Ma alla fine è possibile che arriverà anche un mix di iniziative destinate a media ed agricoltura Rapporto ENERGIA
Di tutte le ipotesi sul tappeto per sostituire la Fiat nel 2011 è quella per ora più accreditata. Secondo il progetto del fondo Cape, che vede insieme Cimino & Associati e la Regione Sicilia, il design italiano convolerà a nozze con la tecnologia indiana della Reva, la società di Bangalore già protagonista nel settore

Milano L'auto elettrica nella Regione del sole. Potrebbe passare di qui la rinascita di Termini Imerese, lo stabilimento della Fiat, da sempre sul punto di chiudere per la sua inefficienza. Questa volta però i vertici del Lingotto sembrano fare sul serio. E per garantire l'occupazione nel territorio il governo e la Regione Sicilia si stanno facendo in quattro. Entro la fine del 2011, la casa torinese dovrebbe salutare l'isola e per allora tutti si augurano che venga trovata una soluzione alternativa. Se ne sta occupando Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, che su mandato del governo sta valutando una serie di pretendenti per Termini Imerese.
I candidati inizialmente erano 21, sono scesi a 14, ma se si passa alle idee in fase più avanzata si riducono a undici, sei dei quali si concentrerebbero ancora sull'automotive. In cinque hanno autorizzato l'advisor Invitalia a rendere noti i loro nomi: sono la Fen Tech, operativa nei sistemi per il trasporto ferroviario e la Frisia (acque m i n e r a l i ) , m e n t r e n e l comparto auto si sono fatte avanti la De Tomaso che fa capo all'imprenditore Gian Mario Rossignolo, il fondo cinese Hong Kong Taihe collegato al gruppo Faw e soprattutto il fondo Cape del finanziere siciliano Simone Cimino. Vuoi un po' per la sua composizione azionaria (Cimino & Associati Private Equity SpA con una quota del 51% e la Regione Siciliana con una quota del 49%) vuoi per il progetto dell'auto elettrica, considerata da molti il futuro delle quattro ruote, il fondo Cape sembra il più accreditato a mettere le mani su quel che resterà di Termini Imerese. Il piano è ambizioso, nelle intenzioni combina soldi e design italiano con la tecnologia indiana, quella di Reva la società di Bangalore specializzata nella produzione di veicoli elettrici e, qualora non dovesse impantanarsi in rapporti clientelari vista l'enorme quantità di denaro pubblico che pioverà sul progetto, potrebbe portare alla rinascita di Termini Imerese. Il fondo avrebbe già raccolto 50 milioni di euro da diversi investitori tra i quali la Regione Sicilia e Natixis, la banca francese che è anche fra gli azionisti del fondo. L'investimento minimo per avviare l'attività si aggirerebbe, secondo gli esperti di Cape, intorno ai 65 milioni di euro, ma potrebbe salire fino a 900 milioni, qualora l'impianto dovesse diventare l'hub del Mediterraneo per la Reva. La produzione avverrebbe in parte nello stabilimento di Termini Imerese. Il pareggio di bilancio è previsto con una produzione di 30mila veicoli l'anno e il progetto creerebbe 3500 posti lavoro, tra la produzione, i servizi e la rete di alimentazione dei veicoli. Keith Johnston, il presidente delle operazioni europee di Reva, ha affermato che in Sicilia potrebbero essere prodotti i nuovi modelli di auto elettriche che sostituiranno quelle che già sfrecciano sulle strade di Londra e di Bangalore. Il costo finale di ogni veicolo si aggira intorno ai 16-17mila euro, una cifra accessibile che dovrebbe contribuire ad aumentare la diffusione dell'auto elettrica. Entro il 2015, secondo Johnston, l'1 o l'1,5% dei veicoli in circolazione sarà a trazione elettrica. Il progetto di Cape non si occuperà solo di auto, ma anche di sistemi di mobilità solare e della rete solare di ricarica, coinvolgendo anche le Università di Palermo, Bologna e Camerino. Uno dei partner del progetto sarà la Screen service, il gruppo specializzato negli apparati per la trasmissione del segnale televisivo, che ha messo a punto il progetto di ricerca per sviluppare le torrette di ricarica che costituiranno la rete di alimentazione per le auto elettriche. «Insieme alle Università di Palermo, di Messina e a un gruppo di ricerca dell'Mit - ha spiegato l'amministratore delegato Antonio Mazzara - abbiamo sottoposto il nostro lavoro al ministero dello Sviluppo economico e a quello dell'Università e della ricerca: il progetto riguarda stazioni di ricarica con pannelli fotovoltaici, che diventerebbero anche punti hotspot per l'accesso wi-fi alla rete Internet». L'investimento sarebbe tra i 100 e 150 milioni di euro. Non sono mancati i commenti politici all'iniziativa. «L'idea è buona», ha detto il commissario Ue all'Industria Antonio Tajani, mentre è apparso più scettico il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo: «Il progetto di Cimino è abbastanza complesso. Va realizzato negli anni e non credo possa essere la soluzione per Termini Imerese». Per Pierluigi Bersani, segretario del Pd, è importante invece vedere se queste proposte sono «sensate e ragionevoli» e uno dei punti fond a m e n t a l i è che la Fiat resti a Termini finché «non si trova una soluzione convincente dal punto di vista industriale». È probabile comunque che l'area alla fine ospiterà un mix di investimenti in cui l'auto potrebbe essere abbinata ad altre soluzioni (media, studi audiovisivi, agricoltura). Si procederà poi con un accordo di programma - sulla falsariga della vertenza Merloni - in cui far confluire gli stanziamenti e le agevolazioni, regionali e statali, che potranno essere messe sul piatto.
E sarà proprio questo il nodo da sciogliere nelle prossime settimane, insieme alle condizioni alle quali Fiat lascerà terreno, stabilimento e impianti. L'aggiornamento è previsto per il 3 giugno, sempre che non slitti per la mancanza del titolare del ministero dello sviluppo economico Claudio Scajola, dimessosi per lo scandalo per gli affari della "cricca".

Company

Screen Service was founded in Brescia in 1988 with the coming together of technical staff, systems experts and sales staff with many years of experience in the telecommunications sector and is now one of Italy's leading producers of television broadcasting equipment.

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