Nel Risiko truccato della televisione italiana, si spegne la casella Dahlia Tv. Lunedì il cda della società ha deciso la liquidazione della pay tv, bocciando l'ipotesi di un'onerosa ricapitalizzazione. Dahlia Tv è una piattaforma televisiva a pagamento per il digitale terrestre, la cui attività in Italia è cominciata a marzo del 2009. Fondata da Telecom,con mille dubbi e titubanze, prima che iniziasse a trasmettere era stata ceduta al gruppo scandinavo AirPlus Tv, di proprietà della famiglia Wallenberg (che detiene attualmente il 68,1% mentre Ti Media ha il 24,2% e FilmMaster il 7,6%). Dahlia Tv trasmette soprattutto sport (ma ci sono anche documentari e porno nel bouquet dell'emittente) ed era stata vista inizialmente con simpatia come polo sportivo alternativo sul digitale terrestre, contando su circa 150 tra dipendenti e collaboratori. Il suo slogan promozionale recita «La tv delle tue passioni» (i più maliziosi però l'avevano soprannominata «la tv dei figli di...«, amministratore delegato Filippo Chiusano, rampollo dell'avvocato juventino Vittorio Chiusano e capo dei servizi sportivi Maurizio Biscardi, erede di Aldo, insieme con Massimo Caputi). Dahlia Tv possiede, tra le altre cose, i diritti per trasmettere tutte le partite di calcio di otto squadre di serie A: Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria e Udinese, e dell'intera serie BWin. E i diritti della NFL, il campionato di football statunitense. Il gruppo Telecom, proprietario di Ti Media, temporeggiava sulla pay tv in attesa di mettere le mani sul multiplex di prossima assegnazione nella gara del Ministero dello sviluppo economico, che si dovrebbe tenere a breve, ma ha dovuto incassare un altro brutto colpo, a fine dicembre. Il suo cliente Sportitalia ha deciso di abbandonare gli impianti Telecom e di passare a Screen Service di Brescia, una rete di distribuzione del segnale televisivo in grado di trasmettere sull'intero territorio nazionale (e fornitore di trasmettitori Dvb-T al gruppo Mediaset). Proprio Tivuitalia, controllata dal gruppo Screen Service rischia di rompere i delicati equilibri della gara per i nuovi multiplex, poiché è ormai un'azienda a diffusione nazionale e chiede un pezzo della «torta digitale».
Tornando a Dahlia Tv, «ci sono 150 posti di lavoro a rischio -sottolinea Giuseppe Berretta, parlamentare Pd - mentre ai giornalisti e ai dipendenti della Filmmaster Television, fornitrice di tutti i servizi tecnici e redazionali di Dahlia Tv Sport, non è più stato rinnovato il contratto a tempo determinato, scaduto il 31 dicembre scorso, a causa dell'inspiegabile perdita di tre squadre importantissime per il bouquet di Dahlia come Palermo, Bologna e Fiorentina». Una vicenda decisamente nebulosa, accaduta in agosto, con la Lega Calcio che cambia le carte in tavola nell'asta per i diritti pay tv favorendo Mediaset -dopo l'intervento di Adriano Galliani,vicepresidente del Milan e della Lega Calcio- e facendo perdere a Dahlia Tv tre squadre importanti per numero di tifosi che giustificavano l'alto prezzo dei diritti televisivi. «Spiace ma è necessario constatare come questa crisi aziendale sia dovuta in gran parte alla posizione dominante di Mediaset Premium nel settore del digitale terrestre -aggiunge Berretta- . Il ministro Paolo Romani, se ha davvero a cuore il destino dei 150 lavoratori si occupi di scongiurare il fallimento dell'azienda. E si preoccupi di garantire il naturale e corretto svolgimento del libero mercato nel settore del digitale terrestre». Ieri l'assemblea dei lavoratori di Dahlia Tv (che ha rassicurato gli abbonati sul proseguimento delle trasmissioni) ha chiesto un incontro al ministro Romani, ancora impegnato nella definizione del Piano Nazionale d'Assegnazione delle Frequenze.
Una Dahlia sfiorita, i soci deliberano nomina liquidatore
Una Dahlia sfiorita, i soci deliberano nomina liquidatore
Jan 12, 2011
Published on Il Manifesto