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Il rompiscatole arriva dal web


Il rompiscatole arriva dal web

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Jan 27, 2011
Published on Panorama Economy

bilanci Le assemblee 2011 si preannunciano incandescenti perché i piccoli azionisti per la prima volta potranno partecipare via Internet. Grazie anche a un professore di informatica esperto di deleghe. Aiutato dalla figlia.

Piccoli azionisti di tutta Italia unitevi su internet. Si può riassumere con questo slogan la rivoluzione messa in atto da una direttiva europea che nel 2011 renderà più incandescenti le assemblee delle società quotate. Si chiama Shareholder's Rights Directive (Shrd) ed è stata recepita con il Dlgs. n. 27 del 2010, perfezionato poi da un regolamento Consob del 28 dicembre scorso. Tre sono i cambiamenti principali, che hanno tutti un obiettivo in comune: favorire la partecipazione alle assemblee dei soci di minoranza, consentendo loro di porre facilmente agli amministratori delle domande, comprese quelle più scomode. Grazie alla Shareholder's Rights, infatti, quest'anno i piccoli soci potranno esprimere il voto e rivolgere quesiti al management anche a distanza, cioè attraverso internet o altri canali elettronici, senza essere presenti fisicamente. Inoltre, ogni impresa quotata (a meno che lo statuto non lo escluda) dovrà nominare un soggetto terzo e indipendente a cui gli azionisti possono impartire istruzioni di voto, quando non riescono a prendere parte all'assemblea, nemmeno via web. Ma la vera novità, che potrebbe cambiare le carte in tavola negli equilibri di alcune società quotate, è un'altra: da quest'anno, qualsiasi socio ha la possibilità di promuovere sulla rete la raccolta di deleghe di voto, con una procedura snella e senza intermediari. E così potrebbero moltiplicarsi le iniziative degli azionisti di minoranza che vogliono chiamare a raduno altri piccoli soci, con lo scopo di presentare delle liste per i consigli di amministrazione alternative a quelle dei gruppi di controllo. C'è già chi si è mosso: Gianfranco d'Atri , classe 1951, docente di informatica, ha messo in campo due diverse raccolte di deleghe attraverso il web. La prima (all'indirizzo http://gemina. azionisti.org) si è già conclusa e aveva lo scopo di nominare sua figlia Stella, professionista con una lunga esperienza nella finanza, come rappresentante unico dei titolari di azioni Gemina Risparmio, la cui assemblea si è svolta dal 25 al 27 gennaio. La seconda, molto più importante, riguarda Cape Live, società di private equity fondata da Simone Cimino , finita nella bufera lo scorso anno a causa di rapporti poco chiari con il gruppo belga Banque DeGroof e con Banca Mb, attualmente in amministrazione straordinaria. «In Cape Live c'è stata di sicuro una carenza di informazioni sulla reale situazione finanziaria dell'azienda» dice d'Atri a Panorama Economy . Per questo, il professore calabrese ha chiamato a raccolta i soci (http://capelive.azionisti.org) in vista dell'assemblea straordinaria del 10 e 11 febbraio. «Il nostro obiettivo è chiedere chiarimenti al management e ottenere un quantitativo di adesioni corrispondente ad almeno il 2,5% del capitale, cioè la soglia minima prevista dallo statuto per presentare una lista alternativa di candidati al consiglio di amministrazione» dice d'Atri. Se l'obiettivo non sarà raggiunto, i voti raccolti verranno comunque convogliati verso un'altra lista, purché in contrapposizione a quella di Cimino. Su quest'ultimo punto, però, il professore non scopre le carte, né vuole fornire dati sulle adesioni raccolte finora, a causa di vincoli di riservatezza impostigli dalla legge. Oltre a Cimino, la scalata al cda di Cape Live vede contrapposti altri due contendenti. Il primo (con la lista Fenicia) è il fondo di private equity Atlantis Capital, appoggiato da un gruppo di azionisti storici della società come Edoardo Rossetti . Il secondo contendente è invece Michele Bargauan , amministratore delegato di Screen Service Broadcasting Technologies, che ha avviato un'altra raccolta di deleghe su internet (www.azionisticapelive.com), più o meno con le stesse modalità di d'Atri. Ma la vicenda di Cape Live è soltanto il primo capitolo di una serie d'iniziative che il professore calabrese intende portare avanti. È sua intenzione promuovere nuove raccolte di deleghe tra i soci delle maggiori aziende quotate con un azionariato diffuso. «Per Fiat stiamo pensando di riunire i dipendenti che sono anche possessori di titoli, per dar loro voce nell'assemblea in merito ai piani industriali presentati da Marchionne» dice. Del resto, le battaglie in difesa dei soci di minoranza non sono certo una novità per il professore, che in passato si è confrontato spesso a faccia a faccia con i manager più blasonati del capitalismo italiano, da Alessandro Profumo a Marco Tronchetti Provera . Memorabili gli interventi di d'Atri nelle assemblee di Telecom Italia fino al 2007, quando chiedeva lumi su qualsiasi voce di bilancio non gli apparisse del tutto chiara. Un vero «rompiscatole», insomma, che per questa sua caratteristica si è imbattuto in un episodio molto sgradevole. La rete di spionaggio di Telecom, messa in piedi da Giuliano Tavaroli , decise di mettere d'Atri nel mirino, confezionando un ricco dossier basato su pedinamenti e schedature, dove veniva descritto come «una brava persona, capace però di scoprire brogli societari». Ma di quella vicenda d'Atri oggi non vuole più parlare. Aspetta le decisioni del tribunale di Milano, dove si è costituito parte civile contro Telecom Italia. Intanto, prepara nuove battaglie per le prossime assemblee di primavera, che forse lasceranno un segno nelle cronache di Piazza Affari.

LA DIRETTIVA 1. Lo statuto di ogni società può prevedere che i soci esprimano il voto anche partecipando attraverso internet o altri canali elettronici (finora nessuna impresa quotata ha predisposto la raccolta sul web delle domande dei soci). 2. Ogni azionista può inviare domande prima delle assemblee. I quesiti possono essere discussi durante la riunione o ricevere una risposta scritta prima dell'incontro dei soci. 3. Ogni impresa quotata (a meno che lo statuto non lo escluda) dovrà nominare un soggetto terzo e indipendente a cui i soci possono impartire istruzioni di voto, quando non riescono a prendere parte all'assemblea, nemmeno attraverso il web. 4. Qualsiasi socio ha la possibilità di promuovere attraverso internet la raccolta di deleghe di voto , senza l'intervento di un intermediario.

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Screen Service was founded in Brescia in 1988 with the coming together of technical staff, systems experts and sales staff with many years of experience in the telecommunications sector and is now one of Italy's leading producers of television broadcasting equipment.

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