TivùItalia lancia un nuovo network
TivùItalia lancia un nuovo network
Digitale. Siglata intesa con SportItalia
ROMA
C'è una nuova rete televisiva nazionale: TivùItalia, nata dal gruppo Screen Service. Quest'ultimo fornisce hardware e apparati di trasmissione e ha costruito una nuova rete nazionale ,con una copertura pari al 70% della popolazione, che, a regime, raggiungerà il 90%.
«La nostra è una rete a disposizione dei fornitori di contenuti - sottolinea Antonio Mazzara, amministratore delegato di Screen Service - perchè noi non vogliamo essere editori. In Italia, invece, gli operatori di rete sono tutti legati ad editori televisivi. Così creiamo efficienza sul mercato, offrendo capacità trasmissiva a un costo legato al nostro investimento e alla copertura raggiunta, senza fare dumping. Mettiamo così l'editore di contenuti in grado di fare business, invece di dover fare concorrenza sui diritti a chi ha la propria rete di trasmissione».
Screen Service Broadcasting, quotata in Borsa, ha acquisito nel gennaio 2009 RDD, Reti Digitali Televisive, attiva nella progettazione di network televisivi e, attraverso RDD, di TivùItalia, ora controllata al 100%.
TivùItalia non è una delle 21 reti nazionali previste dalla delibera dell'Agcom, di cui cinque dovranno essere assegnate con procedura pubblica. Ha sfruttato la possibilità, offerta dalla legge Gasparri e poi dal Testo unico sulla radiotelevisione, di poter richiedere l'autorizzazione in quanto operatore di rete nazionale quando la propria copertura sia superiore al 50% della popolazione. Dal marzo 2010 TivùItalia ha acquisito impianti e rami d'azienda comprensive delle frequenze, arrivando al 57% della popolazione.
A Maggio, poi, ha depositato presso il Ministero dello Sviluppo l'integrazione alla dichiarazione d'inizio attività come operatore nazionale e ha elevato la copertura al 70%. «A oggi non abbiamo ricevuto alcun tipo di risposta - continua Mazzara - e in base alla norma del silenzio/assenso, riteniamo di essere autorizzati come gli altri soggetti nazionali. Siamo dei nuovi entranti, che, in quanto tali dovrebbero essere favoriti nel processo di transizione al digitale». Tanto da siglare un'intesa per trasmettere tre canali nazionali di SportItalia (gruppo che fa capo a Tarak Ben Ammar), visibili sui canali 60,61 e 62 del televisore. «SportItalia non è un pagatore affidabile? - si chiede Mazzara. Ci ha fornito delle garanzie reali a fronte del loro credito».
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