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Tivuitalia dichiara guerra al Ministero


Tivuitalia dichiara guerra al Ministero

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Sep 14, 2011
Published on Millecanali

Come è noto, nel febbraio 2010 Tivuitalia ha presentato domanda per il riconoscimento dello status di operatore di rete, sulla base del contenuto della legge Gasparri (superamento della copertura del 50% della popolazione). Da allora, per sedici lunghissimi mesi, non se n'è saputo più nulla. A fine giugno un fulmine a ciel sereno. Se da una parte il Ministero legittima tutte le azioni e le acquisizioni che Tivuitalia ha svolto negli ultimi anni, dall'altra nega all'emittente (che nel frattempo ha copertura in 18 regioni e raggiunge il 70% della popolazione) lo status di operatore nazionale. La barzelletta (se la vogliamo mettere sul ridere) è che il Ministero comunica come una semplice delibera di Agcom (la 181 del 2009) abbia creato una "abrogazione implicita" di una legge dello Stato (la "Gasparri" per l'appunto, che è del 2004 ma tuttora in vigore, come confermato dal decreto Romani nel 2010). Mentre i mercati se la prendevano con i titoli di Screen Service, l'amministratore delegato di Tivuitalia Antonio Mazzara ha deciso di usare il pugno di ferro nei confronti della pubblica amministrazione. «Impugneremo tali Provvedimenti ministeriali a difesa degli interessi legittimi non solo di Tivuitalia ma di tutti gli azionisti di Screen Service - ha dichiarato -, attivando tutte le iniziative necessarie sia in ambito nazionale - ricorrendo in via giurisdizionale agli organi di Giustizia Amministrativa e rivolgendoci all'Antitrust - sia in sede europea, intervenendo nel procedimento di infrazione tuttora pendente nei confronti dello Stato italiano per violazione dei principi sulla libera concorrenza e per la situazione di pratico monopolio dell'attività televisiva nazionale. Stiamo altresì valutando se nei comportamenti omissivi e commissivi posti in essere dal Ministero sono configurabili fatti di rilevanza penale». Passano le settimane ma non muta la situazione. Il rischio che si arrivi veramente a una guerra legale nei confronti dei dirigenti ministeriali è altissimo.
 

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